Da troppo tempo, soprattutto per chi sa che non corrispondono alla realtà dei fatti recenti e meno recenti, siamo costretti ad ascoltare accuse senza senso e senza fondamento storico, con un’acredine e una rabbia nei confronti del Sud che danno la dimensione di quello che da Bossi in poi, i leghisti con arrogante sfrontatezza e presunzione hanno saputo e potuto creare nel corso della loro attività politica. I discorsi violenti dei sedicenti “padani” fanno constatare la tragicità delle conseguenze della politica dell’odio perseguita in questi anni, che ha minato in modo irrimediabile ed irreversibile la coesione degli italiani costruita dall’Unità in poi, unità alla quale peraltro anche il meridione ha dato il suo contributo di morti e di distruzione, e che alla luce degli ultimi avvenimenti devo definire nefasta per il sud.

Per ignoranza o per mala fede, i padani che si lamentano di mantenere i meridionali non tengono conto che lo sviluppo del nord dall’Unità d’Italia in poi è stato conseguito a danno del Sud, e non viceversa, se si tiene conto che si è basato su tre pilastri:

  1. importazione dal sud di mano d’opera a basso costo
  2. esportazione nei mercati del sud dei beni di consumo prodotti al nord
  3. assistenzialismo sociale teso a creare quel minimo di reddito necessario per dare ai meridionali un potere di acquisto che permettesse loro di comprare i beni prodotti al nord, e per garantire allo stesso tempo la pax sociale utile per lo sviluppo del nord.

I sociologi, gli economisti, gli storici dovrebbero sentire l’obbligo di affrontare il tema dei finanziamenti al sud per verificare chi ne è stato il vero beneficiario, per portare alla luce la verità, far vacillare il disprezzo e sfatare la leggenda del nord produttivo e del sud parassita!

I leghisti che rivendicano l’indipendenza economica e politica della padania dovrebbero essere informati del fatto che i finanziamenti agli investimenti da realizzare nel meridione sono stati solo fittiziamente destinati al sud per essere poi, in realtà, investiti dalle aziende del nord che li hanno ricevuti, per modernizzare gli stabilimenti del nord, mandando al sud gli impianti obsoleti delle loro fabbriche.

E dopo averlo sfruttato, il nord vuole adesso godere di una maggiore autonomia per utilizzare a pieno la ricchezza prodotta anche grazie a questo sfruttamento, aumentando ulteriormente il divario economico tra le due aree.

Purtroppo però non mi pare che ci siano i presupposti perché qualcuno voglia fare chiarezza su questi avvenimenti, sebbene proprio la mancata conoscenza dei fatti ha finito per dividere il paese in modo sembra irreversibile.